Comunicare la diagnosi grave
Bongiorno A., Malizia S. - Presentazione di Umberto Veronesi, pag 151 Carocci Faber
Recensione Sisca:
“Leggendo le pagine di questo testo mi sono soffermato a pensare al significato del verbo comunicare, forse l’espressione più libera, più naturale dell’uomo quando essa è strumento per trasmettere eventi di ordine generale, ove è portatrice di notizie capaci di rallegrare, se è voce di conversazioni che si aprono sulla quotidianità della vita. Paradossalmente, però, quando comunicare sottende empatia e una condivisione del vissuto umano ed emozionale, in qualsiasi dimensione o stato d’animo, la parola sembra quasi perdere spontaneità e si carica di pensieri meditati e cresciuti nella coscienza. Credo che ciascuno di noi abbia potuto sperimentare quanto la parola possa diventare faticosa e dura, se ad attraversarla è l’esperienza della malattia e del dolore. Un medico, probabilmente più di ogni altro, dovrebbe essere “preparato” ad affrontare il delicato e difficile compito di trovare le parole giuste da pronunciare per portare sollievo a chi si sente affranto nello spirito e che sa, consapevolmente o inconsciamente, che la sua vita è stata offesa nella salute.” U. Veronesi